La storia del territorio

e della città


7. PERIODO DEL VICEREGNO SPAGNOLO

Ferdinando I di Castiglia, re di Spagna, inviò, primo vicerè di Sicilia, il suo secondogenito Giovanni, duca di Pegnafiel, il 6 aprile 1415; ultimo vicerè spagnolo fu invece Carlo Antonio Spinola marchese di Balbases, nell'anno 1707; durante il suo viceregno, nel 1713, il trattato di Utrecht assegnò l'isola al duca Vittorio Amedeo II di Savoia.

L'unico evento di rilievo in questo periodo fu la costruzione, voluta da Carlo V, imperatore di Germania e re di Spagna, del castello-fortezza sull'isola di Capo Passero. Il vicerè Don Ferdinando Gonzaga, nell'anno 1535, scriveva infatti al re una relazione con la quale invocava una maggiore protezione della fascia costiera meridionale, visto che la città più vicina era solo Noto.

La fortezza, a pianta quadrata, con un ingresso rivolto ad oriente su cui spicca un grande stemma appartenente agli aragonesi di Spagna, è stato recentemente oggetto di parziale restauro. Essa ospitava una guarnigione militare, fu anche ricostruita parzialmente dopo i danni riportati in seguito ai ripetuti attacchi del pirata Dragut.

Nelle sue vicinanze pare sorgesse una chiesa dedicata alla Madonna del Carmelo, dove venivano sepolti i defunti del castello e gli ospiti delle sue prigioni

La famiglia Sortino resse le sorti della baronia Scibini fino a quando Ippolita Sortino, investita il 26 luglio 1558, sposò un nobile di Piazza Armerina, il principe di Giardinelli Don Francesco Starrabba il 21 gennaio 1562; dal matrimonio nacquero tre figli, Raffaele, Pietro e Giuseppe. Per eredità della madre, Don Raffaele divenne il primo Starrabba barone di Scibini, poi il potere baronale passò a Don Francesco e successivamente a Don Giuseppe.

In questo periodo, non esistendo ancora la nuova Pachino, le terre del barone così come i vicini feudi di Burgio e Maucini, dovevano essere popolati da piccoli gruppi di contadini che abitavano nelle masserie, caseggiati di proprietà dei baroni, solitamente di tipo a corte centrale, comprendenti stalle, palmenti, magazzini, depositi, appartamenti per il padrone e dormitori per i lavoratori.

Nel 1693 un tremendo terremoto distrusse quasi tutti i centri della Val di Noto, stessa sorte toccò probabilmente alle suddette masserie e a molte delle costruzioni esistenti nei feudi Scibini, Bimmisca, Burgio e Maucini.

La zona del promontorio fu anche teatro di guerra, 1'11 agosto 1718; infatti, in queste acque, la flotta inglese dell' ammiraglio Binghs inseguì e catturò le 26 navi della flotta spagnola comandata dal Castagneto.


indietro

avanti