La storia del territorio
e della città
5. PERIODO BIZANTINO
Nel periodo dei primi cristiani la nostra zona fu veramente molto importante come testimoniano le numerose catacombe paleocristiane e le basiliche ipogeiche presenti nelle localitòà di Portopalo, Pachino, Noto, Rosolini ed Avola.
Le catacombe di Scalo Mandria a Portopalo, furono esplorate nel 1952 dal Santi Luigi Agnello, il quale evidenziò che si trattava di un cimitero paleocristiano con circa 40 loculi di tipo tradizionale scavati a terra e alle pareti dell'antro. Ciò dimostra la presenza di una importante comunità cristiana.
Siamo nel periodo in cui si registra, anche nella nostra zona, il fenomeno delle persecuzioni imperiali ad opera dei pretori siracusani.
Dopo le razzie dei Vandali (429-434 d.C.), Odoacre recuperò la Sicilia togliendola a questi ultimi tra il 477 e il 535; infine Belisario, inviato da Giustiniano il Grande nel 535 la riconquistò, tra sformandola in Questura con capitale Siracusa. Ciò ridiede importanza alla nostra zona, come dimostrano il cimitero e la piccola basilica bizantina di Cittadella dei Maccari, tra Noto e Pachino.
Il promontorio divenne un' area privilegiata della Prefettura bizantino-siracusana, che aveva bisogno di valorizzare i porti della Sicilia sud orientale per i necessari collegamenti con Bisanzio.
Inutile dire che ciò che rimane ancora oggi del periodo bizantino è completamente ignorato dagli enti preposti e abbandonato all' arbitrio dei singoli.
L'avvento degli Arabi fu nella nostra zona, come in quasi tutta la Sicilia, un fatto di portata enorme; l'area che ci riguarda venne nell'anno 836 occupata dai musulmani del ras Asad Ibn al Farat, che semin· distruzione e morte dalla Marza al pantano di Vendicari.
Successivamente, come altrove, gli Arabi insegnarono alle nostre genti a coltivare i campi in modo razionale, a tessere le tele e a conciare le pelli, attività che migliorarono le condizioni economiche della nostra comunità.
Purtroppo nessuna testimonianza è rimasta della presenza araba se non nella toponomastica, come nel caso del termine Marza che equivale a rada, approdo, o in quello di Marzamemi dall'arabo Mars al Hamem, che significa rada delle tortore.