Nessuno mi toglierà mai la convinzione che la funzione principale dell'arte, quasi la sua ragion d'essere, è quella di educare, di indicare la strada da seguire, di insegnare a vivere meglio, ad agire nella società e per il bene di tutti.
Il primo dipinto di Santo Grasso lo vidi proprio a casa di mio zio Annì Giardina, eravamo agli inizi degli anni '70 e già Santo individuava chiaramente un tema che sarebbe diventato di grande interesse ed attualità: Marzamemi, la piccola frazione di pachino, il suo centro storico, la sua salvaguardia. 
Una barca, l'arco in pietra e le Casuzze della Balata: il tutto espresso con grande naturalezza e semplicità espressiva.
Fu la prima lezione di Santo: le nostre pietre, i segni che i nostri avi hanno lasciato sul territorio, semplici, chiari, leggibili, sinceri.
Da quel quadro in poi le "lezioni" si sono susseguite con grande coerenza e sistematicità: "la Tonnara" (1972), "Paesaggio di Sicilia" e "Angolo di Sicilia" (1973), ancora due "Tonnare", "Imbrunire", "Davanti all'Isola di Capo Passero" (1974).
Una lunga sequenza di "segni" naturali e culturali di grande forza espressiva ed educativa e sempre in grande equilibrio tra loro; era lo stato dell'arte, la perfetta armonia tra Natura e Storia: le superfici chiare e dorate delle murature si fondevano con il profondo azzurro
 
 
 
 

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