"LE PIETRE RITROVATE"
SANTO GRASSO
Conobbi Santo Grasso quando ero poco più che un bambino,
nello studio di mio zio, Annibale Giardina: lo aiutava nel suo lavoro di
geometra.
E forse fu proprio lì, in quella semplice e onesta fucina
di architettura che Santo maturò quello che sarebbe stato il filo
conduttore dell'intera sua opera di pittore.
Sto parlando dell'amore viscerale, spasmodico, per le pietre,
per l'architettura, per i segni che l'Uomo ha disseminato in mezzo alla
natura per appropriarsene, per trasfigurarla, per promuoverla allo stato
di Cultura.
Un uomo colto, semplice ma profondo, mi si presentò
l'occasione di conoscerlo meglio qualche anno più tardi, quando
durante lunghi pomeriggi di riflessioni comuni, in quello stesso luogo
dove molti anni prima Santo aveva lavorato come geometra, trovammo molti
punti di contatto tra il suo modo di concepire la pittura e il mio di intendere
l'architettura.
Pittura e Architettura: un binomio inscindibile nell' opera
di Santo Grasso, tutta giocata sul delicato equilibrio che egli ha saputo
trovare tra Natura e Cultura: ciò che l'Uomo del nostro tempo non
ha saputo ancora trovare nella realtà quotidiana Santo ce lo ha
mostrato a caratteri inequivocabili nei suoi quadri.
|
|